La Nostra Storia

La Cooperativa Sociale Ariel lavora nel territorio umbro da oltre 20 anni
nel mondo del sociale.
Grazie all’intraprendenza del socio fondatore, Fabrizio Dionigi, ed anche Presidente della Cooperativa Sociale Ariel, è iniziato questo viaggio all’insegna del welfare sociale.
Fabrizio ha maturato un percorso formativo specifico, partecipando nel 1995 al corso “Horizon” per Dirigenti di Cooperative Sociali di tipo B, e nel 2006 al corso di “Alta Formazione per Dirigenti di Impresa Cooperativa”.
Nel 2017 ha partecipato al “4th World Forum of Local Economic Development” a Praia, Capo Verde, nel quale è intervenuto per portare il suo punto di vista sullo sviluppo economico sociale. In quell’occasione si è discusso del percorso per un futuro più equo e sostenibile.
Nello scorso marzo 2019 ha partecipato in Bolivia al progetto “ECO.COM – Rafforzamento dell’economia comunitaria, solidale, inclusiva e sostenibile nei comuni Tiquipaya e Sacaba”, promosso dal Comune Di Foligno grazie al finanziamento dell’ Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e di cui Ariel é partner, al fine di condividere le buone pratiche con le associazioni di piccoli produttori boliviani.
Ariel promuove soluzioni guidate dall’ambiente in tutti i suoi campi di attività, dalle soluzioni per il risparmio energetico e la riduzione dei rifiuti nelle strutture che gestisce, al “giardino ecologico”, alla produzione e vendita di alimenti biologici nelle catene di approvvigionamento locali e alla promozione di cibo locale di qualità nel suo ristorante.

La compagine lavorativa è attualmente composta da 15 lavoratori, di cui 47% persone svantaggiate. A questi lavoratori si aggiungono 5 persone svantaggiate che lavorano all’interno del vivaio e dell’orto biologico a scopo riabilitativo e/o formativo con contratti di borsa lavoro, tirocini formativi e/o terapeutici.
Gli inserimenti lavorativi per categorie di svantaggio sono:
1. Salute mentale
2. Detenzione
3. Tossicodipendenza
4. Svantaggio socio-economico
5. Rifugiati politici.
L’esperienza di Ariel è orientata principalmente verso l’inserimento lavorativo di svantaggiati psichiatrici, tanto che Ariel ha elaborato un intero progetto comunitario (in partenariato con l’ASL3 UMBRIA) operante nel contesto della malattia mentale. Questa categoria di svantaggio è segnata da pregiudizi culturali e sociali che determinano forti spinte di marginalizzazione ed isolamento nei confronti dei malati e delle famiglie.
Questa esperienza pluriennale, tuttora attiva, ha permesso ai lavoratori dell’azienda di maturare una capacità particolare nel sapersi rapportare con soggetti caratterizzati da modi di relazione interpersonali complessi.
Negli ultimi anni abbiamo raggiunto risultati significativi anche con l’inserimento di soggetti inquadrabili in fenomeni di nuova povertà, portatori di leggeri handicap mentali; il loro inserimento ha permesso una riabilitazione ben più ampia dell’unica sfera lavorativa, poiché i soggetti sono riusciti a riappropriarsi della loro gestione quotidiana, economica ed organizzativa; questo ha permesso loro di acquisire nuova dignità e realizzazione personale.
Un aspetto importante della nostra esperienza è l’inserimento lavorativo di detenuti. Per questa categoria di persone svantaggiate il lavoro è fondamentale come mezzo di risocializzazione, oltre che come fonte di sostegno lecito, rappresenta un forte punto di partenza il cui fallimento può portare nelle condizioni di commettere nuovi reati. I nostri responsabili coinvolgono le persone inserite nella riprogettazione del sé in un’ottica di legalità, inserendo via via nel processo tutti gli operatori che possono accompagnare la persona nelle varie tappe.
Il progetto di inserimento lavorativo prevede:
1. Prima fase propedeutica: conoscenza del soggetto attraverso una approfondita rete di contatti tra il Presidente della Cooperativa, responsabile degli inserimenti, e gli Enti, le Associazioni, gli Istituti e le Organizzazioni pubbliche o private di riferimento dei soggetti stessi. Fase necessaria all’individuazione di strategie e misure di sostegno e di collocamento mirato, in cui vengono individuati lo svantaggio e le caratteristiche peculiari del soggetto.
2. Seconda fase di verifica delle attitudini: adattamento all’ambiente lavorativo e l’analisi dei modi relazionali utili al rapporto con l’utente ai fini del lavoro.
3. Terza fase di progettazione personalizzata del percorso: per individuare le modalità di ricerca attiva che parte dalle potenzialità della persona. Il soggetto inserito avrà un caposquadra che svolgerà il ruolo di tutor lavorativo per il suo inserimento.

Fabrizio Dionigi è Presidente e fondatore della Cooperativa Sociale Ariel, attiva a Foligno, in Umbria, dal 1995. La Cooperativa ha una lunga esperienza nel settore del giardinaggio e dell’agricoltura biologica, ma attualmente gestisce diversi altri servizi dalla gestione di impianti sportivi, pulizia e un hotel-ristorante dove promuove la bellezza della regione Umbria e la sua gustosa cucina locale e biologica.
Lui crede che per essere efficace, un’impresa sociale dovrebbe impegnarsi in realtà in un’impresa, piuttosto che concentrarsi solo sulle attività sociali, al fine di creare posti di lavoro reali per i lavoratori svantaggiati (e non svantaggiati) e di contribuire al sociale e lo sviluppo economico del territorio in cui opera.
Fabrizio crede fermamente che l’unico modo per garantire uno sviluppo economico sociale ed economico in un’economia globalizzata, cioè sprecare continuamente le risorse del cuore, rafforzare le comunità e le reti locali e costruire nuove alleanze tra produttori e consumatori.

Un aspetto importante della nostra esperienza è l’inserimento lavorativo di detenuti. Per questa categoria di persone svantaggiate il lavoro è fondamentale come mezzo di risocializzazione, oltre che come fonte di sostegno lecito, rappresenta un forte punto di partenza il cui fallimento può portare nelle condizioni di commettere nuovi reati. I nostri responsabili coinvolgono le persone inserite nella riprogettazione del sé in un’ottica di legalità, inserendo via via nel processo tutti gli operatori che possono accompagnare la persona nelle varie tappe.

Il progetto di inserimento lavorativo prevede:

  1. Prima fase propedeutica: conoscenza del soggetto attraverso una approfondita rete di contatti tra il Presidente della Cooperativa, responsabile degli inserimenti, e gli Enti, le Associazioni, gli Istituti e le Organizzazioni pubbliche o private di riferimento dei soggetti stessi. Fase necessaria all’individuazione di strategie e misure di sostegno e di collocamento mirato, in cui vengono individuati lo svantaggio e le  caratteristiche peculiari del soggetto.
  2. Seconda fase di verifica delle attitudini: adattamento all’ambiente lavorativo e l’analisi dei modi relazionali utili al rapporto con l’utente ai fini del lavoro.
  3. Terza fase di progettazione personalizzata del percorso: per individuare le modalità di ricerca attiva che parte dalle potenzialità della persona. Il soggetto inserito avrà un caposquadra che svolgerà il ruolo di tutor lavorativo per il suo inserimento.

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